LAntico volto della capitale del barocco
(Il seguente articolo è tratto da “La Gazzetta del Mezzogiorno”, pag. Le/XVIII – 31 gennaio 2013)Ecco una proposta interessante per ripercorre, attraverso incantevoli foto in bianco e nero scattate da autore ignoto tra gli anni ’50 e ‘60, i momenti di espansione e di radicale trasformazione urbanistica della città, ma anche nostalgici ricordi di tempi ricolmi di speranza (talvolta di illusioni) per un futuro di sviluppo economico e di benessere sociale (Il seguente articolo è tratto da “La Gazzetta del Mezzogiorno”, pag. Le/XVIII – 31 gennaio 2013)
Ecco una proposta interessante per ripercorre, attraverso incantevoli foto in bianco e nero scattate da autore ignoto tra gli anni ’50 e ‘60, i momenti di espansione e di radicale trasformazione urbanistica della città, ma anche nostalgici ricordi di tempi ricolmi di speranza (talvolta di illusioni) per un futuro di sviluppo economico e di benessere sociale.
Michele Mainardi, nel suo nuovo libro “Lecce che cambia, il volto della città agli inizi del miracolo economico” (Edizione Grifo, pagg. 160), offre immagini delle antiche vie della città del barocco, accanto a scatti raffiguranti una periferia “aggredita” dalle gru e dai cantieri che a grandi ritmi costruivano moderni palazzoni intorno a piazza Mazzini, conosciuta allora come adesso come “piazza dei Trecentomila” in ricordo della celebrazione del XV Congresso eucaristico nazionale (primavera del 1956). Erano i futuri “lussuosi” condomini della nuova borghesia leccese.
Il volume, realizzato con il sostegno del Collegio provinciale dei geometri, si divide in due parti. La prima comprende, oltre le note di presentazione del presidente del Collegio Eugenio Rizzo e del sindaco Paolo Perrone, un’articolata introduzione curata dall’autore, la bibliografia e le singole didascalie, con commento, delle immagini selezionate. La seconda parte contiene, appunto, le cento foto presentate, tutte provenienti dalla collezione privata di Antonio Imbriani.
Fra gli scatti, l’Arco di Prato, il palazzo cinquecentesco Castromediano, la dimora gentilizia Dell’Antoglietta-Maremonte. E ancora: alcuni particolari di Palazzo Gorgoni, la cattedrale, “Santa Croce”, piazza Sant’Oronzo e, soprattutto, le vie e i vicoli del centro storico con alcune protagoniste dell’epoca: le mitiche auto “Topolino” e “Giardinetta”, ma anche la “Lambretta” e le vecchie carrozze con cavalli, parcheggiate in piazzetta “Santa Chiara”, in attesa di clienti da portare a spasso per la città.
L’ultimo blocco di foto riguarda la parte moderna di Lecce, soprattutto quella intorno a piazza Mazzini e al quartiere “Santa Rosa”. Ci sono, fra le altre, le foto del “Jolly Hotel”, del cinema Ariston, del “Grattacielo” e di diversi cantieri di grandi palazzi in costruzione.
Scrive Rizzo nella presentazione: “Pur in tempi di crisi economica galoppante, ci si sforza per mettere su qualificanti iniziative culturali. Siamo convinti che ciò che fa la differenza, in un mondo parcellizzato e che dialoga solo con lo strumento dell’interesse, è la qualità dello stare insieme. E noi, come Collegio dei geometri, vogliamo assolutamente fare qualcosa, per quanto le nostre sole forze ce lo consentono, di utile per la conoscenza del territorio di appartenenza”.
Articolo “La Gazzetta del Mezzogiorno” del 31 gennaio 2013
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